I colpi li ha tutti. Non prima delle 13 Opelka-Nadal. Nelle nove finali di Slam Nadal conduce 5-4, negli incontri giocati in toto negli Slam (16) Nadal è avanti 10-6. In campo diverse azzurre, tra le quali la torinese Giulia Gatto Monticone, la bolognese Stefania Rubini e l’emergente campana Nuria Brancaccio, sorella di Raul, altro giocatore in crescita. ROMA – Ecco dove Sonego, rispetto a Vienna e al k.o. Comprensibilmente felice Rafa Nadal, contento di come il suo diritto abbia funzionato sempre meglio dal primo turno alla finale. Lorenzo Sonego, 26 anni, un passato nelle giovanili del Toro, agli Internazionali Bnl d’Italia 2021 si è spinto tanto avanti, alla faccia del coprifuoco e della pioggia, che ieri ha comunque rinviato il suo quarto di finale contro Rublev. S’incupisce, il tedesco, quando le cose non filano come vorrebbe. In totale, sono arrivati in finale rispettivamente 12 e 11 volte (compresa questa) e il Masters 1000 di Roma vanta una particolarità: dopo il 2004, quando Moya batté Nalbandian, in finale c’è sempre stato uno dei due. In tutte le cose che ha fatto ci ha messo un po’ di più, finché… “Clic”… è arrivato il salto di qualità. «Per me, è un grande miglioramento, soprattutto sulla terra rossa. Il match che Lori ha vinto ieri sera contro Thiem, n.4 del mondo, campione in carica dell’US Open, due volte finalista e due volte semifinalista al Roland Garros, è stato stupendo, magnifico, così bello e intenso da apparirmi quasi incredibile. Qualcuno si è allontanato, proprio come Nole. Pensate, giusto per accennare ad un paio di “immortali”: Barilla e Uniqlo hanno investito una fortuna su Federer e lo svizzero negli ultimi due anni non ha quasi giocato. Cattivo? Qui a Roma ha già fatto tre gare buone. Il gigante e bruto (Daniele Azzolini, Tuttosport). Sul ponte del Centrale del Foro Italico si sventola bandiera bianca quando gioca Rafael Nadal che si diverte a scorare gli avversari. Matteo l’ha mollata quando si è sentito fin troppo sicuro di averla in pugno. Dal 2005, anno in cui un giovanissimo Rafa Nadal disputò e vinse la prima finale della sua vita agli Internazionali d’Italia, non c’è stata edizione in cui lui o Novak Djokovic non siano arrivati in finale. La ‘decima’ di Nadal a Roma nella rassegna stampa di lunedì 17 maggio 2021, Nadal il gladiatore (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport). Il tassista che mi ha accompagnato alla mia macchina, parcheggiata a un km dal Foro Italico, troppo lontano per non finire inzuppato di pioggia io e fradicio il trolley con il computer e tutto l’armamentario da “elettricista” che ormai ci tocca portar dietro, di tennis sa poco o nulla. Nel terzo set Berrettini ha avuto la palla buona per il break al quarto game, annullata da un dritto di Zverev, che poi ha accelerato, chiudendo il match con un 6-3 senza storia nonostante un match point annullato. Ne ha avute di più Rafa Nadal che ha conquistato il suo decimo titolo eguagliando il record di 36 Masters 1000 in bacheca del serbo. Ecco, non è lui. Nel tie break del primo set, però, con ferocia e concentrazione sale 5-0 in un amen e sembra ingiocabile. Sei punti più indietro, a n.29 virtuale con 1952 punti c’è Lorenzo. Quale sarà il dopo Roma? ARRIVA LA PIOGGIA. Gli organizzatori, sapendo della possibile doppia cifra, gli avevano preparato una foto sui teloni a fondo campo con gli sponsor, da scoprire al momento della premiazione: lui, il io, il Colosseo. qui la pagina che spiega i termini d’uso. Note si consegna, umilmente chiedendo scusa per averci provato ancora una volta. Perché il ritmo e la profondità di quegli scambi era pazzesco. Un cubo di vetro e infissi anodizzati, perfetto per uno spazio museale, ma dentro c’è il tennis su terra rossa. – Opelka aveva vinto due sole partite sulla terra rossa. E se ne avesse portata a casa una la curva del match sarebbe sicuramente cambiata. Adesso se vuole superarmi deve vincere a Parigi quest’anno e pure il prossimo!», commenta Francesca ridendo. Soprattutto non so come facesse Lorenzo. Mi è sembrato di rivivere, non ho quasi avvertito la terribile umidità che aveva costretto ad arrendersi quasi tutti i colleghi. La prima di servizio non entra e lui, nervi a fior di pelle, tira una seconda sopra i 210 orari. Re e Regina ormai sono nudi (Roberto Bertellino, Tuttosport). La verità vera è che ora Matteo atterrerà nel primo pomeriggio a Roma dove lo attende il suo torneo preferito, quello di casa. – si può dire che essa si è “assicurata” un tennista dal grande presente e da un probabilissimo grande futuro, al di là di ogni più rosea aspettativa: di certo al momento in cui hanno firmato …la polizza, i riflessi mediatici e televisivi di quella sponsorship non erano onestamente prevedibili. Anche nel pomeriggio avevo visto una bella ed emozionante partita, con Nadal che sotto 6-3 e 3-0 con la palla del 4-0 per Shapovalov – Sciupavolov? Berrettini prima finale. Il campione svizzero ha rinsaldato il legame con il pubblico usando la versatilità e la possibilità di attingere senza soluzione di continuità nella sacca dove ripone l’intero campionario del tennis condito da classe e intelligenza. Da quel momento però non ha fatto più regali e non ha concesso a Matteo neanche una palla break nel secondo set, chiuso 6-4 con il servizio rubato nel 9′ game. Dopo il match, ha telefonato a casa. Raggiunto sul 5-5 l’azzurro ha alzato il ritmo e chiuso dopo 2 ore e 46 minuti, su doppio fallo del rivale. Ha chiuso 6-3 6-4 e firmato il primo successo sul numero 6 del mondo dalla finale di Roma del 2018. Novak Djokovic scherza e allontana la concorrenza dei giovani che bussano alle porte del paradiso del tennis. Rischia anche di farsi male, quando scivola sulla riga tirando comunque un passante vincente nel finale del primo set. Lui non so. Sono rimasto veramente colpito dagli ultimi progressi. “Per affrontare Zverev certamente Madrid è per me il peggior torneo sulla terra battuta, è certo meglio per me giocarci a Roma, Montecarlo, Barcellona e Parigi”. Internazionali da sogno. Lui si è reso conto di non aver giocato il suo miglior match, anche se va dato atto a Zverev di aver giocato anche in difesa (recuperando palle quasi impossibile per un tipo alto 1 metro e 98) un grandissimo match da metà del secondo set in poi. Dateci una chance. E sul suo ruolo spiega: «Quest’inizio è soprattutto suo. Ma poi, come sappiamo, le partite sono un animale diverso. E quelli che avevano firmato un contratto di un anno soltanto per il 2020? Ed è stata decisiva. Non sono riuscito a proteggere il mio servizio né a fare abbastanza break. Un “1000” e sul rosso, che poi, guarda il caso, è la sua superficie preferita, «sulla quale trovo per vie naturali i tempi giusti». però di rispondere a questa continua misura dei miei progressi, giorno dopo giorno, non se ne può più”. È cresciuto, migliorato, ora punta al grande salto Tennis, l'umiltà di Berrettini: oggi … Sulla terra vince (quasi) sempre lui. Lorenzo, e potrò venire accusato di blasfemia perché ovviamente in termini di risultati il paragone non regge, ma con quel suo modo di caricare la folla mi ha ricordato quel che faceva allo US Open nientemeno che Jimmy Connors. Rafa apparecchia la rivincita con una prestazione feroce per concentrazione e capacità di lettura dei momenti, come confermano le nove palle break su dieci annullate all’avversario. Il terzo è ancora diverso. Un evento importante, giusto uno scalino sotto gli Slam. Sebbene appaia un mistero come un tipo del genere possa andare a cercarne altre, tra le migliaia di cui già dispone, gli ultimi eventi lo avevano messo in apprensione. Mancano ancora troppi mesi, tantissimi punti ATP in palio e da conquistare, per poter festeggiare la sua presenza alle finali ATP di Torino. Ed è emersa ieri la maggiore esperienza ad altissimo livello del tedesco, giunto al quindicesimo titolo in una carriera che l’ha visto anche salire al numero tre Atp tre anni e mezzo fa. Di sponsor Sinner ne ha già nove, se non me ne sono perso qualcuno. Oggi tornerà in campo contro la spagnola Sorribes Tormo. Ma, siamo onesti, non solo avremmo firmato carte false per averne uno – e ancora le firmerei sia chiaro – ma ci credevamo tutti assai poco. Ritorno a casa Soprattutto, è giusto comprendere nell’analisi il punto di partenza, cioè il lungo infortunio che ha tenuto Berrettini lontano dal campi per due mesi dopo un avvio di stagione molto brillante: «E infatti sono comunque felice di aver raggiunto la finale, ho pensato spesso a me stesso e alla fatica che ho fatto per arrivare fin qua. Forse ero stato allora influenzato dal suo coach e Pigmalione Gipo Arbino, una persona che stimo molto e che mi aveva magnificato i suoi progressi tecnici, dal servizio al rovescio, al tocco di palla, alla facilità nell’inventare gioco e schemi, la smorzata, il rovescio tagliato. Che però con un tipo del genere non sempre funziona. Piccole angosce da ieri definitivamente in archivio, grazie alla vittoria su Zverev, che il sorteggio gli ha riproposto di fronte, assai meno spavaldo – chissà perché – di quello visto a Madrid. Grand Stand Arena; 11 Sonego-Rublev. Però una cosa gli è chiara: “Aho, ogni volta che ce sta ‘er tennis a Roma piove sempre!”. Lo si è visto nelle fasi finali, quando Matteo non ha più espresso quel tennis ordinato e coerente del primo set in cui aveva accusato una sola pausa nel tie-break, quando avanti per 5 punti a 0 e tre mini-break, si era fatto raggiungere. Nadal, il padrone della terra aggiunge la Decima al bottino di Roma (Paolo Rossi, La Repubblica). Okay, ciao”. Lo avevo messo quasi sullo stesso piano del suo gemello diverso Berrettini, perché molto più agile e rapido in difesa. Resta in vantaggio di un successo il serbo (29 a 28), ma sulla terra rossa da qualche tempo non c’è più partita e i numeri dicono altro (19-7 per lo spagnolo). Mi ha già battuto! Djokovic ha fatto buon viso: «Ho trovato il mio gioco, ora devo solo mantenerlo e portarlo al top a Parigi». WTA Ranking: Sabalenka entra in top 5. Ma sulla terra rossa, con le varianti che Lorenzo può mettere in campo, la smorzata, gli attacchi improvvisi, l’aggressione sulla seconda palla non irresistibile del russo, se non è stanco Lorenzo potrà giocarsela. […] Un gigante che segue i suoi impulsi vitali, incapace di rinunciare al piacere di scoprire un ristorante particolare, una mostra da raccomandare, di conoscere scrittori, artisti, liberi pensatori. […] E Gipo Arbino, 66 anni, è il secondo padre di Lorenzo Sonego, l’uomo che lo segue come un’ombra. La ceca ha vinto la maratona di giornata 4-6 7-5 7-6(1) contro la lettone Jelena Ostapenko, ex campionessa di Parigi. Poi però ha commesso troppi errori nei frangenti decisivi. Nei primi due set insieme agli spettatori finalmente ritrovati un’atmosfera davvero bella e trascinante. Sapete quanti messaggi ha ricevuto dopo la vittoria con Thiem»? Il Re è parso nudo e senza armi. Nel cuore di Roma. E a Roma le loro non sono sempre state grandi partite. Verso Parigi Adesso Rafa è in doppia cifra al Roland Garros (13 successi), a Barcellona (12), a Montecarlo (11) e a Roma (10) e ha cancellato, se ce ne fosse bisogno, i dubbi sulla condizione con cui affronterà Parigi tra due settimane: «Sono pronto, dovrò solo allenarmi bene a casa dopo un paio di giorni di riposo». Due anni di lontananza dalla terra rossa (semifinale di Parigi 2019) e tanta inattività si sono fatti sentire nel secondo ritorno agonistico del 2021 di Roger Federer, nella “sua” Ginevra. Con i soliti scettici alla finestra, pronti a dire “beh, se uno batte il n.4 del mondo deve battere anche il n.7… sennò non è uno vero!”. Immagino la soddisfazione dei suoi sponsor, uno dei quali, Reale Mutua non poteva davvero immaginarsi un simile exploit del suo “ambassador” (ormai si dice così…, chissà perchè il sostantivo testimonial è passato di moda) proprio nel torneo di Roma di cui è sponsor. Nell’altra semifinale, Karolina Pliskova ritroverà per la settima volta Petra Martic (4-2 per la croata i precedenti). Per Matteo questa era la sesta finale della carriera in tornei del circuito internazionale, dopo cinque in tornei 250. In campo, tra le stelle attese al Tennis Club Parma e già in main draw, ci sarà proprio Cori Gauff, attuale numero 35 del mondo, classifica che ritoccherà con best ranking tra due giorni. Anche in questo caso, e Matteo che peraltro ha altre qualità, ben altro dritto e potenza, magari quelle gambe e quelle capacità difensive avesse Matteo. Sarebbe capace di piroette e salti, Rafa, su quei muscoli da tennis builder che venti anni di colpi, rincorse, sterzate, scatti e pallate non hanno ancora corrotto. Qui a Roma ne ha già vinte tre. È uno dei miei luoghi preferiti». Roma appartiene a Nadal, è sua per la decima volta, fa parte della sua storia. Ma con questa forza ritrovata, l’azzurro sa di non doversi porre dei limiti. ll talento a stelle e strisce, così come le connazionali Madison Keys, Sloane Stephens e Jessica Pegula, la croata Petra Martic, Daria Kasatkina, AmandaAnisimova, l’azzurra Camila Giorgi e tante altre, proverà a contendere il titolo alle wild card di prestigio annunciate in conferenza stampa Si tratta di Serena Williams e Venus Williams, due leggende dello sport che hanno ricevuto e accettato gli inviti per prendere parte al tabellone principale dell’Emilia-Romagna Open. Sarà sempre e solo se stesso, Rafa, amato dal pubblico per igesti e le gesta da gladiatore, e ancora capace di sorprenderlo, come un Mick Jagger che a oltre 70 anni balla ancora le sue canzoni, come un fuoco che è sempre uguale e diverso da se stesso, e non stanca mai chi lo osserva. Sara Errani e la rumena Irina-Camelia Begu hanno infatti raggiunto la semifinale del torneo di doppio. Mi direte che a “prendere” un giocatore di 38 anni ci sta che scivoli nella vasca da bagno mentre fa il bagnetto a un gemellino e si rovini un ginocchio, così come ci sta che una prima operazione non basti, ma avete idea degli investimenti, anche se Federer è e resta icona mondiale anche quando non gioca a tennis e gira uno spot in cucina con un Master Chef. Interrotta sullo score di 2-2 la sfida a dir poco suggestiva tra Ashleigh Bartye Coco Gauff. Qui AGF, nostro vate e massimo esperto di tennis femminile, sicuramente me ne vorrebbe dire di tutti i colori. In realtà è ancora capace di tutto, NadaL Anche di colpire alla velocità di un mamba, come fa sul due pari nel terzo set a margine di una delle sue più straordinarie e riuscite mutazioni, quando Djokovic lo spinge a un niente dalla caduta e lui reagisce con uno scatto talmente fulmineo da ghermirlo con i suoi denti inquietanti e venefici in quel momento che il passante di contro balzo infila il serbo nei pochi centimetri lasciati liberi da un attacco a rete che ha tutto per risultare decisivo. Che ti oscura le idee, ti appannai muscoli, ti accorcia il respiro. Poco male, davvero, per Matteo, che comunque incassa un assegno da 189mila euro. Come dicevo all’inizio di questa sfilza di dati, si contenderanno per la sesta volta il trofeo dei nostri Internazionali. Mi è piaciuto da morire anche, conoscendo la sua timidezza e umiltà fuori del campo, la sua grande educazione, quel suo modo di incitare la folla perché a sua volta lo incitasse, lo caricasse ancor più di adrenalina, quasi come se avesse bisogno di ancor più garra. Chiusa qui la parentesi sponsor – e non ho accennato al discorso pandemia, ai 6 mesi di stop dovuti al virus, chi poteva immaginarli? «Hanno detto: “Papà ha vinto una partita! “Smettetela di chiedermi ogni santo giorno se sto progredendo rispetto al giorno prima! Nel Wta di Parma si è chiusa al 2° turno la corsa di Serena Williams contro la 25enne ceca Siniakova, a segno 7-6 6-2. E Matteo potrà in parte consolarsi sapendo di essere salito, da oggi, alla posizione numero 9 Atp. Ma ciò che più ha catturato l’attenzione di quegli spettatori che hanno goduto della botta di fortuna di poter vedere un incontro dall’inizio alla fine (poi la giornata è stata falcidiata dalla pioggia) è il modo in cui ci è riuscito. E vogliamo ricordare anche il precedente del 2006, che ancora fa piangere oggi per un lutto non del tutto elaborato? Quando l’approdo alle ATP finals di Londra di Berrettini nel 2019 “coprì” un digiuno di 42 anni. Nemmeno Borg. Per un set e mezzo Shapovalov lo ha infilato come un tordo, di qua e di là. è n.8. Piazza Niccolò Tommaseo 1, 50135 Firenze (FI)
Dovesse vincere con Rublev, che ha disposto abbastanza agevolmente di Bautista Agut con un doppio 6-4, due break conquistati per set e uno ceduto, ovviamente sarebbe sorpasso nei confronti di Fabio. Oggi quei movimenti sono storia, video di cultura. Più avanti, nel tabellone, ci sarebbero Tsitsipas e Djokovic. Next Gen «siamo noi». II primo set è andato all’azzurro, ma non senza difficoltà. Ancora loro, i duellanti degli ultimi tre lustri che si sono sfidati fino a oggi la bellezza di 56 volte e giocheranno per la sesta volta per il titolo degli Internazionali d’Italia. […] Che cosa faccia un tipo del genere nelle semifinali degli Internazionali, alla fine, è una domanda abbastanza ottusa, tipica di chi troppo bazzica il circuito. Solita gestione FIT per i biglietti. All’improvviso la nebbia. Dopo di che c’era il timore che un ben più riposato Rublev potesse avvantaggiarsi ieri della stanchezza psicofisica, quasi inevitabile, di Lorenzo chiamato a una difficilissima prova del nove contro un altro top-10. Lorenzo è stato alla sua altezza, all’altezza di un supercampione come Djokovic, assolutamente, dimostrando un coraggio, una personalità e doti tecniche che un anno fa forse solo Gipo Arbino, il suo mentore, aveva intravisto. Iscritta alla Camera di Commercio di Firenze, capitale sociale di 10.000,00 € i.v. Matteo prende il sopravvento, sullo slancio del mini break ottenuto con il punto d’avvio, che Sascha avverte come uno smacco personale. Quindi quelli della finale di Roma sono probabilmente i più significativi. Chiaro che senza giocare i punti non poteva farli. Il Connors de noantri. Forse la prima che investa su un tennista. Una ‘follia’ di Zverev, una seconda di servizio a 227 km/h, gli ha permesso sfruttare il doppio fallo del tedesco e chiudere il tie-break 10-8. Bravo a recuperare nel settimo game un break subito nel secondo, Berrettini è riuscito a portare la partita al tie-break, in cui è andato avanti 5-0. L’ho seguito soffrendo fino al match point annullato a un Thiem che ha lottato alla grande come se fosse la finale di uno Slam, seduto a pochi metri dall’arbitro, in mezzo ai Sonego-friends gioendo fino all’ultimo punto trasformato, quello del trionfo e del balletto spontaneo di Lorenzo e dei suoi amici più cari, fidanzata, coach e padre putativo Gipo Arbino e compagna, Umberto Rianna, Filippo Volandri, il manager Corrado Tschabuschnig e compagna, Diego Nepi Molineris, un paio di dirigenti di Reale Mutua sponsor di Lorenzo… nonché del video che vi invito a cliccare. Alla 57° replica della rivalità con più capitoli nell’era Open, era difficile attendersi troppe sorprese. Mi pare giusto ricordare, a questo punto, che anche l’anno prima un italiano aveva raggiunto la finale, e cioè Tonino Zugarelli che perse in quattro set contro Vitas Gerulaitis, così come in quattro set nel ’76 era stato Panatta ad avere la meglio su Guillermo Vilas. Dipende da Sonego… Ubi maior, giornalisticamente parlando (e quell’Ubi non sono io). appuntamento a Parigi, dove tutto si riazzera. Servizio, rovescio, a due mani come tagliato a una mano, la smorzata di dritto come di rovescio, la volée alta di rovescio che diventa quasi uno smash, il pallonetto liftato. Non di poco dunque. Alla ripresa è stata la giovane americana a superare il turno, incassando il ritiro dell’australiana, che stava conducendo 6-4 2-1, per un problema muscolare. Ma troppa gente nei mesi scorsi sembrava persuasa che le migliori chance di essere a Torino le avesse Jannik Sinner, che le nostre chance di avere un rappresentante italiano fossero tutte legate agli exploit del tennista altoatesino. Nadal ora punterà al 14esimo successo al Roland Garros, dopo aver vinto al Foro Italico l’88esimo titolo della carriera: 20 prove del Grande Slam, 36 1000, una medaglia d’oro olimpica, 22 tornei 500 e nove 250. Matteo Berrettini non ce l’ha fatta a vincere il suo primo Masters 1000, anche se si è avuto in più di un momento la sensazione che potesse farcela. È da più un anno e mezzo, in pratica, che la maggior parte delle attenzioni degli appassionati italiani sembravano rivolte soltanto a Jannik Sinner. Fa davvero troppi regali. «Benissimo. A volte nel firmare un contratto con un atleta non sai davvero dove puoi cadere. Difficile dire, in tutta questa architettura così poco tennistica, come si situi Rafael Nadal, prossimo avversario di Reilly. Con Delbonis vinto 7-2 dopo essere andato sul 5-0. Una parità che un articolo di Repubblica ieri, sulla scia di un esposto del Codacons che mi lascia perplesso, ha invocato anche per il Prize Money. Rafa e Nole, che si sono incontrati almeno una volta all’anno per sedici stagioni di fila, hanno provato comunque a far ricorso a qualche strategia inattesa. Di solito le sue giornate no coincidevano con quelle negative al servizio, la seconda palla ballerina. Qui Matteo toma in scena, salva il set point, e i due si ritrovano 8 part È il momento atteso, Zverev ne combina una delle sue. Ma ho dimostrato di essere tornato competitivo anche sulla terra, certamente vado al Roland Garros con l’ambizione di vincerlo». «Giocherà a Lione, poi a Parma, in preparazione del Roland Garros. Rafa Massimo Nadal è ancora e sempre il signore dell’arena, il gladiatore più forte di tutti che brandendo la racchetta come una spada sta incidendo una storia immortale nel cuore di Roma. Numeri che i Next Gen anagrafici non riusciranno mai neppure ad avvicinare. Lui è deluso (“Ho vinto un set che pensavo di perdere, ho perso un set che pensavo di vincere” e alludeva al secondo, anche se io ricorderò fra poco la palla break del terzo) e io pure ovviamente, ma io lo sono sicuramente soltanto fino a un certo punto. Alto livello La sfida di ieri con Zverev era talmente delicata da sollecitare la miglior versione stagionale del maiorchino, reduce da tre batoste consecutive contro il tedesco, l’ultima appena una settimana fa a Madrid. Matteo o comanda o va sotto. Il che magari non gli impedirà di perdere qualche partita in più rispetto al passato, vista l’età. Finalmente i giovani si sono svegliati? E di dire, sebbene io dagli Internazionali d’Italia una volta visto il tabellone abbia già scritto che non mi aspetto molto: why not? Lorenzo no. Su quello stato d’animo, serve un attimo per regalare i due successivi servizi, e il tedesco di fatto s’ingarbuglia e spedisce Berrettini avanti 5-0. Se alla mia età riesco a reggere come ho fatto contro Tsistipas a Barcellona e qui a Roma contro Denis allora vuol dire che sono ancora competitivo. Questi è una vera sorpresa sulla terra rossa. Se, quando smetterà, non continuerà a praticare sport avrà anche la panzetta.” Una curiosità su Lorenzo? Il match si è deciso sul 2 pari, quando ho smanito quei due breakpoint che potevano cambiare ll’incontro. Un’esplosione culminata con lo spettacolare successo su Thiem. Gradualmente, Nadal comincia a giocare più profondo da dietro. Anche se magari oggi dovesse vendicare la sconfitta patita con Zverev a Madrid questo Nadal mi convince meno di sempre. «Ho cominciato questo rapporto con Tim Van Laere a Madrid, lui ha una collezione splendida e sa parlare d’arte come pochi. Non conta il nome dell’avversario e il risultato finale, niente potrebbe togliere o aggiungere alla sua grandezza. ha sbuffato Rafa – Per carità ci penso anch’io… capisco perché lo fate, volete capire anche voi come me se sarò pronto al massimo delle mie possibilità per il Roland Garros che è certamente il mio primo obiettivo. Sono rimasti i tic (nessuno è perfetto), ma soprattutto la passione, l’umiltà, la voglia di sacrificio. Iscritta alla Camera di Commercio di Firenze, capitale sociale di 10.000,00 € i.v. Si parlava solo di lui, mentre Matteo pareva caduto nel dimenticatoio. Quanto gli ha insegnato? Da quel momento – e Berrettini aveva ottenuto il primo set – è diventato un filo d’erba che è oscillato al vento alzato dal gioco altrui. Sì perché fra tutte le teste di serie l’unica a non avere vinto due partite in un anno era Gael Monfils. Che ci vorrà mai? Compensa tutto con quell’indomita grinta da guerriero che gli consente di inseguire e recuperare palle irrecuperabili per chiunque altro, non molla mai neppure nelle situazioni apparentemente più disperate, ma i i suoi sono diventati quasi tutti match in salita. Ha faticato a trovare la giusta profondità di colpi. VERSO LA FINALE – Pur con tutto il rispetto e l’ammirazione per lo straordinario torneo di Sonego, devo passare ai due sfidanti della finale maschile. Di Djokovic e Tsitsipas leggerete (forse) domani. ), Roma, oltre che il primo grande evento rigiocato in Italia davanti al pubblico, è stato il torneo della restaurazione. Un match a tratti straordinario, intenso come nella migliore tradizione della casa (era la 57esima replica della rivalità più lunga dell’era Open), a tratti un filo crepuscolare, sporcato qua e là da errori e pause che un tempo i due Cannibali non si sarebbero concessi. Due stavolta, come due erano stati quelli che gli ho ricordato aveva cancellato a Roger Federer qui al Foro nella finale del 2006 (di quella partita mio figlio conserva gelosamente la maglietta gialla ancora imbrattata di terra rossa che Rafa gli donò dopo essere rotolato appena conquistato l’ultimo punto di quel 7-6 al quinto) e che lui ha detto essere quelli che gli sono rimasti più in mente: “Non li ricordo tutti e 16 i match vinti con il match point contro, in questo momento, ma non mi pare di averne mai annullati nella finale d’uno Slam. La pioggia ha disturbato parecchio, e non poco, la giornata. A una settimana dalla sconfitta contro Alexander Zverev a Madrid, Nadal si è preso la rivincita. Ma ne è sortito lo stesso in due set. «Non c’è sfida più grande che tentare di battere Rafa sulla terra rossa», chiosa Djokovic, “non ce l’ho fatta ma sono felice della mia predisposizione a combattere su ogni punto. Forse neanche io, in fondo, ci avrei creduto». Giocando sul core business dell’antica società torinese d’assicurazione – sarà mica intervenuta nel mondo tennis perchè proprio a Torino ci saranno le finali ATP per i prossimi 5 anni? Ubisporting srl userà e conserverà il tuo indirizzo email solamente per spedirti la newsletter. Scusate se dopo tutte le emozioni della giornata, stanco quasi come Sonego, accenno solo brevemente alla situazione del torneo femminile: una sola testa di serie superstite nella metà bassa, Pliskova che affronta Ostapenko, e l’altro quarto è Martic-Pegula. Nel terzo set, accennavo, Matteo ha avuto la palla break del 3-1 e questo già dice molto. Sul Grande Stand ci sarà anche il pubblico… e non mancherà di farsi sentire in quel brutto palcoscenico che rimbomba e che ad ogni batter di piedi collettivo pare di trovarsi in mezzo a una battaglia fra soldati armati di mitragliatrici. II romano ha trionfato quattro volte: nel 2018 a Gstaad, nel 2019 a Budapest e Stoccarda e quest’anno a Belgrado. Wild card nel main draw anche per le azzurre Jasmine Paolini e Sara Errani. Dopo che i primi tre ‘1000’ dell’anno – Miami, Madrid e Montecarlo – non avevano visto in finale nessuno dei tre Patriarchi si era diffuso il solito vocio (Saranno finiti? Ma vedrai che ti convinceremo a rimanere. Dopo due ore e 42 minuti di battaglia sulla terra rossa della Caja Magica di Madrid si è infranto il sogno di Matteo Berrettini di vincere il suo primo torneo Masters 1000 in carriera. Numero 75 del mondo, Andujar ha saputo approfittare di un Federer lontano dalla sua forma ideale, e difficilmente avrebbe potuto essere altrimenti visto che si tratta del suo terzo match del 2021, dopo aver saltato il 2020 dopo l’Australian Open. Esce anche quella. Il Roland Garros è la meta. E non è che, quando i Masters 1000 non si chiamavano così, ma i tornei di quello status erano più o meno gli stessi, Montecarlo, Roma, Canadian Open, Cincinnati eccetera, conquistassimo finali di quel rango a bizzeffe. Gipo Arbino come Io sta vedendo? A partire da come si interagisce con le persone. Nei Masters 1000, fra finali e non, i due si sono incontrati 28 volte e Djokovic è avanti 16 a 12. Speriamo che lo sia quella odierna. Quale anno, quale turno e quale duello fra loro, quale vincitore, quale risultato? Nonostante questo, in fondo sono arrivati ancora una volta loro. L’epifania di Federer due mesi dopo il primo rientro a Doha di marzo dura lo spazio di un pomeriggio grigio e gonfio di umidità, specchio perfetto dell’umore dei milioni di tifosi alla fine del match contro Andujar. Dove ha intenzione di portare a 14 la serie delle vittorie e a 21 quella negli Slam. L’ho sentita io quella carica, figurarsi Sonego e Thiem. Di sicuro non vedevamo l’ora di ammirarlo nuovamente in azione pur sapendo che la lunga sosta avrebbe inevitabilmente lasciato pesanti scorie nel fisico, nella testa e nel braccio. Sei mesi… «E in quei sei mesi è arrivata l’esplosione». Il re della terra battuta, il campione più vincente di sempre su questa superficie, ha chiuso 7-5 1-6 6-3. In semifinale, incontrerà la sorpresa del torneo Reilly Opelka, il “gigante” alto 211 centimetri che per la prima volta si è spinto cosi avanti in un Masters 1000. Ora voglio tornare a casa, riposarmi un po’, poi mi rimetto a lavorare per migliorare». E mentre lui proverà a mettere paura anche a Nadal, Djokovic sarà chiamato a una dura fatica per garantirsi la possibilità di giocare due partite in un giorno causa sospensione di ieri: il numero uno è sotto di un set e di un break contro Tsitsipas. A mio avviso nessuno dei due è al massimo, però. «Mi porto dietro questo infortunio da quando avevo 15-16 anni – ha detto e il dolore è aumentato durante la partita. Ma dal 4-2 nel terzo, la differenza di tenuta si è palesata in tutta la sua evidenza. Nadal ama le coppe, la competizione, le vittorie. Chiaramente batterlo è tutta un’altra storia anche se non ha giocato il suo tennis migliore date le sue condizioni». Il tedesco gioca un gran tennis e annichilisce il maiorchino in due set molto combattuti, che si trascinanoal limite delle due ore nonostante l'assenza di … E di essere tornato a competere con i migliori del mondo dopo un infortunio che a inizio anno ne aveva minato le sicurezze.
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